Chi siamo
Introduzione al mondo della Costa Family Foundation
La Costa Family Foundation è un’Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale, nata per il solo e autentico scopo di perseguire finalità solidali e benefiche.
Ha sede a Corvara in Badia, tra le Dolomiti, in Strada Col Alt 105.
Fondata il 14 febbraio 2007 per volontà della Famiglia Costa, è stata iscritta nello stesso anno all’albo delle ONLUS. Nel corso del 2025 presenterà istanza di iscrizione al RUNTS, come previsto dal nuovo Codice del Terzo Settore, acquisendo così la qualifica di Ente del Terzo Settore (ETS).
La Fondazione ha natura erogativa: attraverso la raccolta fondi sostiene progetti sociali concreti, sviluppati insieme a partner storici, profondamente radicati nei territori in cui operano.
Siamo attivi nel Sud del Mondo – Etiopia, Uganda, Togo, Afghanistan, India – e dedichiamo una particolare attenzione a bambini e donne che vivono condizioni di disagio o emergenza, con uno sguardo sensibile alla tutela delle minoranze linguistiche e culturali.
“Abbandona le grandi strade, prendi i sentieri”.
Così diceva Pitagora, e così facciamo noi: scegliamo i passi piccoli, il cammino lento, quello che osserva senza prevaricare, che ascolta prima di agire.
Il nostro scopo è promuovere e proteggere i diritti dell’infanzia, come sancito dalla Convenzione ONU, e dei soggetti più fragili nei contesti più vulnerabili.
Sosteniamo iniziative di assistenza psicologica, sociale, pedagogica, socio-sanitaria, e ogni altra forma di supporto che possa restituire dignità e possibilità.
Rispondiamo a urgenze umanitarie e ambientali, con progetti ispirati ai valori di dignità, autonomia, trasparenza e responsabilità. Operiamo senza scopo di lucro, con il desiderio di portare un valore aggiunto reale e duraturo alle comunità coinvolte. Ogni attività nasce da relazioni autentiche, ed è condotta da partner di fiducia, con l’unico obiettivo di generare impatto positivo per chi ne ha più bisogno.
Sono tante le voci che ci raccontano.
Voci di repressione politica, di culture negate, di lingue messe a tacere.
Voci di alfabetizzazione da far crescere, di diritti da riconoscere.
Voci piene di voglia di fare, e di mani che si stringono per costruire un futuro nuovo.
Sono le nostre storie.
E ogni giorno, con chi ci sostiene, ne scriviamo una nuova.

In una società dove tutto è diventato merce, e dove chi ha soldi può comperare e stare meglio, occorre la riabilitazione del «gratuito», di ciò che si può usare ma non comperare.
Alexander Langer

Genitori e figli. Una storia antica come il mondo, che si snoda tra i pendii delle Dolomiti e viaggia leggera, da una valle all’altra, senza mai fermarsi davvero.
Una famiglia in movimento, eppure profondamente radicata. Un respiro ampio, un sorriso che coinvolge. Una famiglia che non lascia indifferenti, perché non ha mai creduto nell’indifferenza.
Nel 1956, Annie ed Ernesto danno vita all’Hotel La Perla a Corvara in Badia. Poi danno vita anche a Michil, Mathias e Maximilian. Gli anni scorrono, rincorrendosi tra infanzia, giovinezza e maturità. Ma un filo sottile tiene insieme tutto: un senso profondo di legame, di cura, di visione.
Come quello che unisce le Dolomiti al Tibet: da un lato, un territorio di benessere, da custodire e proteggere dal troppo consumo. Dall’altro, un popolo in esilio, da sostenere e accompagnare.
Nel mezzo, un’idea forte: che la montagna possa essere territorio di pace condivisa.
È nel 2007, in India, che accade qualcosa. Michil incontra Madame Jetsun Pema, sorella del XIV Dalai Lama. Da quell’incontro nasce un’intuizione, una scintilla, un progetto: dare vita a una Fondazione che operi nei paesi in via di sviluppo, a fianco delle comunità più vulnerabili.
“La persona che parte per un viaggio non è la stessa che torna.”
È proprio da quel viaggio che nasce il desiderio di costruire un ponte tra mondi lontani, ma intimamente simili:
da minoranza a minoranza – il popolo tibetano e quello ladino – da montagna a montagna – Himalaya e Dolomiti.
Il 14 febbraio 2007, quella visione diventa realtà. Ma è una realtà in continuo divenire.
Nasce una famiglia che si fa comunità. Che si allarga, si espande, si apre come un fiore.
Una famiglia come bene comune.
Un gruppo di persone che condivide risorse, tempo, energie. Che distribuisce possibilità.
Che supera la logica del singolo per abbracciare l’altro.
Che costruisce ponti, non muri.
Che parte dal basso per guardare in alto, e vola oltre le Dolomiti verso terre lontane.
Una famiglia allargata: collaboratori, volontari, amici.
Li chiamiamo per nome: Suor Patrizia, Marcella, Daniele, Mariam, Francesca, Buze… e tutti i sostenitori grazie ai quali, ogni giorno, piccoli gesti diventano grandi realtà.
Un seme, un albero, una pecora, una medicina, una scuola.
Cose semplici, concrete. Ma se raccontate al plurale – dall’India all’Afghanistan, dall’Uganda al Togo, passando per l’Etiopia – possono diventare cambiamento.