La famiglia
Famiglia come comunità. Famiglia che si espande al di là del suo nucleo originale.
Che prende vita aprendosi come i petali di un fiore. Famiglia come bene comune.
Un gruppo di persone che gestisce in comune i beni e le risorse, distribuendo possibilità in modo concreto, uscendo dalla logica del singolo per aprirsi verso gli altri. Un insieme di individui che vuole creare ponti e non muri, partendo dal basso per guardare in alto e volare oltre le Dolomiti, verso lidi lontani. Una famiglia allargata, di collaboratori volontari, di amici che chiamiamo per nome: Suor Patrizia, Maristella, Daniele, le donne afgane, i collaboratori in Uganda e tutti i sostenitori, grazie ai quali piccole cose tangibili e per questo grandi, sono possibili. Un seme, un albero, una pecora, una medicina, una scuola che, grazie a un lavoro costante di sensibilizzazione ed educazione, possiamo iniziare a declinare al plurale, dall’India all’Afghanistan e Nepal, dall’Uganda al Togo.
I collaboratori
La Fondazione vive grazie alle persone che collaborano gratuitamente alla realizzazione dei vari progetti. Ogni collaboratore non solo condivide principi e valori della Fondazione ma è parte integrante della sua evoluzione, del suo trovare ogni giorno la linfa necessaria per conoscere nuove realtà, reperire fondi per sostenere tutte le iniziative che s'intraprendono.
I collaboratori, presi singolarmente, sono persone che donano esperienza ed entusiasmo, contagiando positivamente il lavoro altrui.
I collaboratori, nel loro insieme, sono il motore pulito della Fondazione.
Senza l'aiuto, il sostegno, la vitalità, l'energia dei collaboratori la Fondazione non esisterebbe.







Devo lasciare un biglietto a mio nipote: la richiesta di perdono per non avergli lasciato un mondo migliore di quello che è.
Andrea Zanzotto

Genitori e figli. Una storia lunga come il mondo. Che qui si srotola sui pendii dei monti per saltare in lungo e in largo senza sosta. Una famiglia sempre in movimento e pur sempre ancorata al suo punto di partenza: che sono le Dolomiti. Una famiglia di grande respiro e dall’ampio sorriso. Che contagia e coinvolge, che non lascia indifferenti. Perché non ha mai creduto nell’indifferenza.
Annie ed Ernesto creano nel 1956 l’Hotel La Perla. Poi creano Michil, Mathias e Maximilian. E gli anni rotolano, inseguendosi tra infanzia, adolescenza, giovinezza e maturità. C’è un legame forte, però, che unisce ogni cosa. Come le Dolomiti e il Tibet, ad esempio. Qui il benessere, e una natura da salvaguardare dal troppo consumo, là un popolo in esilio. Nel mezzo un’idea di montagna come territorio di pace condivisa. E’ dall’incontro fra Michil e Joe e Madame Jetsun Pena, sorella del Dalai Lama, avvenuto in India nel 2007 che nasce l’idea di creare una fondazione senza scopo di lucro, apartitica e aconfessionale, che svolga la propria attività nel settore della cooperazione in favore delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo, dell’assistenza psicologica, sociale, pedagogica e socio-sanitaria, come di ogni altra forma di assistenza e soccorso ai bambini che vivono in condizioni disagiate o di emergenza. L’idea si trasforma in realtà il 19 settembre del 2007. Ed è ancora in divenire.